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Visualizzazione dei post con l'etichetta poesia

POESIA PER BAMBINI SULLA NEVE E L'INVERNO

Quando ero piccola.. la neve  si poteva mangiare!! Oggi a causa dell'inquinamento non è più possibile (a parte in alta montagna). Se proprio non resistete vi consiglio di utilizzare del ghiaccio, tritarlo e insaporirlo con qualche sciroppo (le nonne aggiungevano il miele). illustrazione di Cinta Arribas Neve   di Umberto Saba Neve che turbini in alto e avvolgi  le  cose di un tacito manto. Neve che cadi dall'alto e noi copri coprici ancora,all'infinito: imbianca  la città con le case,con le chiese, il porto con le navi, le distese dei prati.....

POESIE E FILASTROCCHE PERCHE' IL RIENTRO A SCUOLA SIA MENO TRAUMATICO

Pronti per il rientro a SCUOLA? Vi propongo qualche verso per prepararvi a tornare tra i banchi con il sorriso. Perchè la scuola è si faticosa, ma ci dà anche tantissime soddisfazioni. C'ERA UNA SCUOLA C'era una scuola con due finestre... c'era una classe con due maestre, una lavagna sopra due zampe ed una scala con quattro rampe. Le due finestre erano basse, le due maestre erano grasse, sulla lavagna c'era una scritta, la scala andava fino in soffitta. Nelle finestre sull'orizzonte passò un aereo sopra un ponte, accanto al ponte c'era un tiglio, sotto il tiglio c'era un coniglio. Una maestra strillava troppo, l'altra trovava sempre un intoppo, una gridava: «Zitti, bambini!», l'altra ordinava: «Due t ha gattini!» Sulla lavagna c'era una frase: «Quattro gattini dentro due case stanno giocando nella cucina, intanto il topo ruba in cantina.» Sotto la scala la campanella

Il pensiero di Loris Malaguzzi raccolto in una poesia per bambini

Invece il cento c'è" è la poesia per bambini  scritta dal celebre pedagogista Loris Malaguzzi , in poche righe riassume il pensiero del fondatore del Reggio Approach . È contenuta all'interno del libro " I cento linguaggi dei bambini". INVECE IL CENTO C'E' Il bambino è fatto di cento. Il bambino ha cento lingue cento mani cento pensieri cento modi di pensare di giocare e di parlare cento sempre cento modi di ascoltare di stupire di amare cento allegrie per cantare e capire cento mondi da scoprire cento mondi da inventare cento mondi da sognare. Il bambino ha cento lingue (e poi cento cento cento) ma gliene rubano novantanove. Gli dicono: di pensare senza mani di fare senza testa di ascoltare e di non parlare di capire senza allegrie di amare e di stupirsi solo a Pasqua e a Natale. Gli dicono: di scoprire il mondo che già c’è e di cento gliene rubano novantanove.