Che
caratteristiche deve avere il libro che sceglierete per accompagnarvi
durante le feste?
Il mio
libro deve contenere parole calde, avvolgenti come una coperta di
lana, non deve necessariamente essere da adulti, anzi,
preferibilmente da bambini o ragazzi e deve racchiudere un pizzico di
magia per farmi sognare.
Una storia che mi catturi e sia in grado di
modellare i miei stati d'animo.
Lo
scorso anno avevo colmato i miei vezzi con un titolo straordinario
pubblicato da Elisabetta Gnone, la storia della piccola Olga di
Carta, una bambina con la capacità di narrare storie eccezionali. Nei mesi
scorsi ho tanto sperato che uscisse un proseguo e finalmente.... sono
stata accontentata.
OLGA
DI CARTA
JUM
FATTO DI BUIO
Elisabetta
Gnone
Il
villaggio di Balicò è ovattato dalla neve, l'aria profuma di
mandarino e gli abitanti si preparano all'arrivo del Natale.
Olga
Papel, fanciulla esile come una foglia di mais, riscalda gli animi
delle persone grazie alle sue storie.
Le sue
parole sono dettate dalla sensibilità e hanno la capacità di prendere forma, per questo sono sempre molto
attese.
Al suo passaggio, la gente allunga l'orecchio per porsi in ascolto, perché le storie fanno bene a tutti.
Al suo passaggio, la gente allunga l'orecchio per porsi in ascolto, perché le storie fanno bene a tutti.
Olga
vive con la nonna e il cagnolino Valdo, fedele compagno che dimostra la sua
dedizione non allontanandosi mai da lei..a parte quando insegue le
volpi!
Ogni
giorno la bambina aiuta in fattoria consegnando uova agli abitanti del
villaggio. I clienti che incontra attendono con trepidazione di poter passare attimi speciali insieme alla bambina, per abbattere la solitudine e sorridere con i suoi bei racconti.
Le parole della piccola arrivano sempre al momento giusto e sembrano cucite addosso alle persone come un cappotto disegnato da un abile sarto.
Le parole della piccola arrivano sempre al momento giusto e sembrano cucite addosso alle persone come un cappotto disegnato da un abile sarto.
Ma
quando arriva l'ispirazione per una nuova e straordinaria narrazione?
L'ispirazione
arriva il giorno in cui il bosco del villaggio viene abbattuto, lo
sconforto affligge Olga, portandole alla mente una vecchia
conoscenza, incontrata tempo prima, durante un addio pesante come un
macigno.
Che
colore hanno le nostre emozioni? Sono certamente fatte di buio e
portano dentro di sé un vuoto apparentemente incolmabile e
inconsolabile che si impadronisce delle persone.
Ecco
allora che Jum fatto di Buio entra in scena e fissa accanto a loro la sua dimora.
Jum è un personaggio flaccido e informe che si nutre di
lacrime.
Le
lacrime, come si sa, vengono prodotte in risposta ad un'emozione, sia
essa dettata dal dolore, che legata alla gioia.
Quando
dentro di noi si crea un grande spazio vuoto e quel vuoto è oscuro come il fondo di un pozzo ci sembra d'essere fatti solo di un buio
gelido e vuoto.
Le
lacrime sgorgano facilmente e possono essere dolci come il miele, profumate di
fiori, talvolta speziate.
Jum
porta con sé le storie delle sue “prede”, chi ha perduto ciò
che di più caro avesse al mondo, chi ha subito sventure e ha
smarrito il senso della propria vita, chi ha perso il suo orizzonte,
ma anche chi è semplicemente triste.
Nel villaggio le sue vicende viaggiano alla velocità della luce e come spesso
accade vengono travisate, rimodellate, ingigantite. Gli abitanti
iniziano ad avere paura e temono che le parole prendano forma, si
materializzino. La caccia a Jum non tarda ad iniziare. I fucili dei
cacciatori sono pronti a sparare a quell'essere che a detta loro
appare malvagio.
Olga
rassicura tutti, non è il caso di aver paura, spetta a noi provare a
riscattarci, a colmare quel senso di smarrimento che nei momenti di
sconforto si mostra con facilità...solo così Jum se ne va.
Il
vuoto lascia sempre lo spazio a nuove prospettive, a differenti
possibilità, proprio come l'abbattere il bosco di Balicò ha aperto
la strada al cielo.
E voi avete incontrato Jum? Io talvolta l'ho nutrito, ma sempre l'ho lasciato andare.
E voi avete incontrato Jum? Io talvolta l'ho nutrito, ma sempre l'ho lasciato andare.
Elisabetta Gnone è nata a Genova e vive sulle colline del Monferrato. E' stata direttore e responsabile delle riviste femminili e prescolari della Walt Disney, per la quale ha ideato la serie a fumetti W.I.T.C.H. E' autrice della saga di Fairy Oak, e ora, con la nuova serie di Olga di Carta, porta ai lettori un nuovo mondo .
Le sue parole sono pura poesia, suonano come un
componimento armonico, mai scontato, che culla l'animo. Parole che
hanno un peso, talvolta commoventi, arrivano lì dove devono andare.
Insegnano che non bisogna avere timore di inciampare in occasioni di
gioia.
Le
illustrazioni sostengono e intervallano la storia, sono delicati e piacevoli paper cute che mettono l'accento alle parole, senza disturbare l'attenzione del lettore.
Ringrazio la casa Editrice Salani per avermi omaggiato della
copia che ho avuto il privilegio di recensire.
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